jeudi 8 avril 2010

su lettere rosàda

Parole che odio, parole che amo.
l'amore e il suo campo facile da percorrere
e odio le orge di sentimenti ed accenti
aggettivi che si posano musicali su ogni sillaba
e sbavano sulle frasche e sui rami
e sotto la pelle e nei reconditi sogni

odio le ere e le are a frotte nelle chiese
l'ecclesia luminosa nella sua pura armonia
abbattuta, sventrata, amalgamata come un'enorme
ingestibile, non addentabile bianca meringa barocca

e le sventate dimenticanze dei tempi
presenti privati di fantasia
e l'incapacità di correre lungo quel binario
ritorto puntato verso il cielo
e della conseguenza della sopracitato amore
disperdere e nascondere le banali scuse

è la luce di aurora dita di rosa
che si disegna, nelle coppe di nettare
sulla rosada delle foglie del mirto.

amo un lungo giro intorno al senso
e i suoi sentieri del legno senza meta
inciampando fra le macerie del ricordo
e non sono più me ma sono le ..conseguenze
consecutive conseguenze
che amo infliggere bruciando la voce.

odio le q arroccate e le t preponderanti
le r così pesanti, come se la pece ci fosse nel bicchiere.
succhio le s roteando sulle sue sorelle
mentre le woahhhh picchiano come un orchestra
nella mia mente, nella mia mente
a tutte le frequenze, in tutte le onde
e mi trasportano su e mi aggrappano giù.

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