jeudi 21 octobre 2010

Traces

I smell you
like the wolfes.
You crackle the whole forest away
and I easily step onto your big prints.


I follow your sweat in which
you drown some fears, didn't you?


I lost my soul so I dare to
be human, be cruel, be aware
and run through the trees at night
when darkness is so thick
I breath swallowing pitch.

mardi 5 octobre 2010

Carnet de voyage_9

«E così sono caduto. In una frazione di secondo. Nel vuoto. Scivolata la mia mano sulla roccia liscia come una lastra di marmo. Liscia, fredda. E mentre le dita sfuggivano a quella presa disgraziata, il palmo sbatteva contro uno spuntone più basso, una bava di roccia, insignificante, che la coda del mio occhio non aveva centrato. Come un principiante. Un attimo eterno nella sua inutilità, e in un attimo la mia mente si era allontanata dalla parete, aveva ripercorso la valle tropicale all'indietro, aveva camminato sul sentiero colorato dalle bandierine di sutra, salito monti e volato nei deserti, immersa in tre mari... ed era atterrata su una scogliera del mediterraneo. Un aspro profumo di rosmarino, che qualcuno si era strofinato sulle mani. Per un attimo, il mio corpo era stato abbandonato, troppo a lungo. Troppo a lungo il tempo fra un respiro e l'altro, in quell'aria così sottile. Un sospiro profondo di stanchezza, un sospiro lungo inaspettato, per riempire i distratti polmoni vuoti. Avevo chiuso gli occhi, in quell'attimo così infinito. Come un burattino a cui avevano tagliato i fili, prima che la mia mente ritornasse in me, prima che potessi riconoscere da quale ricordo provenisse quell'aroma mediterraneo, mi sono sentito sfuggire alla pesantezza del mio stesso corpo. Le braccia ora leggere, tremavano per la tensione, fluttuando verso il cielo. Mi sembra di non poter ricordare quella paura intensa, che accumulava tutte le paure provate prima, tutte quelle paure sperimentate per affrontarne sempre una più grande. Inutilmente. Stavo precipitando da cime così alte che il mio unico pensiero era che a tale distanza, probabilmente, la forza di gravità mi avrebbe risucchiato verso il basso con ancora più violenza, contrariamente a tutto quello che diceva la scienza... La corda era attaccata. Ma non mi sembrava possibile che potesse resistere. Non so, la colpa della distrazione, mi faceva sentire la morte più vicina. La corda si tese al massimo. E si spezzò. Caddi ancora per qualche metro, sperimentando tutta la violenza delle mie ossa che sbattevano fra loro e sull'erba per niente morbida. Ma non sono morto. Non sono morto. Ogni volta che guardo una parete come questa, mi torna un brivido lungo la schiena. Ho paura di essere troppo vecchio per dimenticare il dolore. Il dolore è per i giovani, che lo possono superare, da vecchi, quel che è fatto è fatto, quel che non è fatto si trascina all'infinito...come il caratteraccio... » Alan tirò un sassolino in direzione del burrone.