mardi 22 juin 2010

Carnet de voyage_5

Il tempo sull'isola scorre da subito, appena vi si mette piede, nè più lento nè più veloce, ma come appartenente ad un altra dimensione. Sarà perché ora le giornate sono lunghe, dal punto di vista astronomico, sarà perché non sto lavorando, o almeno non come d'abitudine, ma nei miei giorni qui ho notato che inanello una serie di ore fitte. Eppure, mi ritrovo su una scogliera o una collina, a fissare un tramonto, pensando di avere ancora una lunga sera davanti. È come se fossi qui da una vita. Non potrei sopportare un'esistenza spesa così, non io forse, ma anche solo dopo alcune settimane, in certi momenti non ricordo quando sono arrivato, che cosa ci faccio qui. Magari questo pensiero arriva con un bicchiere in mano, o mentre mi allaccio una scarpa, o discutendo con Alan di una vecchia Kawasaki abbandonata al porto...e un senso di vertigine mi coglie. L'isola, come con un movimento consolatorio, come se prendesse a cullarmi, scaccia ogni pensiero inutilmente inquietante.

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