mercredi 8 décembre 2010

Carnet de voyage_10

Passage
Ed ecco che, dopo due giorni di marcia forzata, scendendo dall'altro versante, arrivo alla meta che ho stranamente evitato in tutti questi mesi. Mi arrampico su un basso versante nero di lava, non cresce quasi nulla, sembra che qualcuno abbia versato grumi d'inchiostro fra le due pendici. Un passo oltre e davanti a me si apre finalmente il golfo di sud-est, con la sua lunga distesa di sabbia bianca e gialla. Una linea netta divide le due parti, lasciando attonito il viaggiatore che arrampicandosi le mani nere su quella friabile scaletta di lava, si ritrova davanti ad un altro mondo. Un paio di palme ondeggiano, isolate, appena sotto la pendice. Il sole scalda ogni centimetro e sento sulla mia testa la temperatura che aumenta di grado in grado. Ma nelle pieghe scolpite della sabbia umida, ancora le tracce del temporale di qualche ora fa.
Attraverso a piedi tre spiagge rosse, tre baie scintillanti sotto il sole. Il sentiero si inerpica sulle piattaforme, aggira le creste, scende gironzolando fra l'erba rada delle lastre di pietra, di rocce spumose. Mi getto nell'acqua gelida. Qualcosa che non mi fa paura.
Ora, posso tornare sulle montagne. Dal mio fantasma.

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