lundi 12 juillet 2010

Partout éclatait la lumière du soleil


Da questra finestra vedo i prati infiniti
che corrono verso le montagne
e dietro ogni cima
una cima più alta sembra guardarmi ringhiando

conosco i sentieri ed i passi affrettati
le soste lente e l'affanno della salita
vedere il cielo che si arrampica sul mio viso
ed intorno nulla
che sappia d'umana comunicazione

conosco un balzo oltre i confini
quelli nel vuoto
e nel pieno di una folla ubriaca

le notti nelle città, quelle di cui non conosci mai la periferia
e sulle spiagge calde, dalle albe facili
dove i nomi si dimenticano e i corpi soli
parlano e si scontrano.

Osservo il palmo della mia mano svanire
ai quattro angoli del pianeta
un sapore di cibo esotico ai mercati di Taipei
un profumo di caffé al mattino
in una stanza dalle bianche finestre di Lione
o i gatti che mi saltano addosso
nel retro di una casa del Kent

da dodicimila metri
le deserte pianure silenti della Siberia
e i piedi che cedono, e la testa che rotola
sulle dune sottili alla frontiera dell'europa oceanica.

Nel tempo senza tempo ho viaggiato
senza pilota, senza spettatori
e mentre mi fermo scende la mia nube,
e scivola ancora la mia mente,
nei miei pensieri sempre.

Di questa solitudine continuo a cercare
un ritorno eterno dall'insaziabile desiderio
ma di quella tristezza, io lo so bene
non ne vorrò mai più sapere.



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